giovedì 1 agosto 2013
Notte in via Zanardi 85
Notte che s'espande profumata come una rosa
dai capelli lunghi, fluenti, neri, dai riccioli turchini
dai capelli brizzolati, miracolosa stagione
di soavi carezze, di strusciamenti,
di corpi che si cercano.
Notte sfibrata, consumata in penose attese,
di qualcosa che non verrà,
patetici rinvii nel vestibolo dell'anima.
Notte che pulsa con i rumori, le voci muliebri
cori festanti di allegre comitive e abbaiare di cani
brusii lontani e vicini, frescura lenitiva
per l'arso appetito sempre soffocato.
Cuor audace che la notte stana,
palcoscenico di imprese per i tuoi vizi
che ti salgono dal basso.
Notte che sveli la tua faccia crudele a chi è solo
e brucia d'amor non appagato,
ché artigli d'una fiera feroce scavi
nel languore d'un desiderio rimosso.
Notte che cammini a piedi scalzi sulla moquette
con una vestaglia di seta leggera,
trasparente, da cui ti vedo, nuda come una statua.
Notte in una piccola, sola, stanza
dove giaccio fasciato,
pieno di livore e desiderio
e mi passa accanto la vita
e io che mi corico come un morto.
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Immagini suggestive che mi comunicano struggevolezza. Il verso finale della chiusa mi ha lasciato a bocca aperta come può succedere con le poesie di Ungaretti o altri dello stesso calibro:
RispondiEliminae io che mi corico come un morto.
Simone